Negli ultimi due anni l’oggetto principale di ogni discussione privata e pubblica è la pandemia da Sars-cov2 che monopolizza le paure e gestisce gli andamenti economici e sociali. Una corretta informazione su cosa sia e su come affrontare una pandemia è doverosa, ma non può essere l’unica fonte di dibattiti politici e sanitari perché si rischia di non dare la doverosa importanza a tutta un’altra serie di questioni urgenti.
Tra queste, ruolo fondamentale è il rapporto con l’ambiente e la tutela del medesimo. Non si deve ignorare che maggiore è lo sfruttamento delle risorse, inteso soprattutto come l’antropizzazione di numerose aree incontaminate, maggiore è il rischio di “liberare” da nicchie ecologiche protette virus finora “innocui”.
Il discorso “tutela ambientale” ha da sempre avuto il difetto di essere proiettato verso un futuro non ben precisato e di apparire come dovere delle grandi potenze, alleggerendo la coscienza egoistica del singolo individuo. In realtà, è un dovere di ciascuno e ciascuno ha il dovere/diritto di contribuire con comportamenti quotidiani associabili ad un corretto stile di vita.
L’ambiente in senso lato può essere distinto in:
- Ambiente esterno
- Ambiente interno
L’Ambiente esterno è tutto quanto circonda la vita di qualsiasi organismo: la natura, il clima, le stagioni, le relazioni, l’ambiente domestico, l’ambiente lavorativo.
L’Ambiente interno è l’organismo stesso con tutte le sue dinamiche fisiologiche e metaboliche.
Il punto dal quale partire è comprendere come entrambi gli ambienti non siano isolati ma perfettamente correlati; ciò che avviene nell’ambiente esterno è assorbito dall’ambiente interno e lo può modificare, nel bene o nel male esattamente come tutto quanto provenga dall’ambiente interno si ripercuote su quello esterno. Esempio banale ma chiaro è: un cattivo stile di vita comporta un cattivo impatto ambientale con maggior assunzione di farmaci (i cui sottoprodotti si riversano nell’ambiente esterno attraverso gli scarichi) o un maggior uso di “cattivo cibo” che ingrassa gli allevamenti intensivi o la deforestazione.
Deve essere ben chiaro che un cambiamento è necessario NON in un futuro prossimo,, ma ORA e che tale cambiamento è a carico di ciascun individuo.
Dott.ssa Elena Maria Bisi