Una canzone dei vecchi tempi ripeteva “l’estate sta finendo” e con il suo ritmo di sottofondo tutti, grandi e piccoli, si preparavano a riporre i sogni delle vacanze ed a preparare gli zaini della vita quotidiana.
Quest’anno la storia si ripete, seppur con sfumature differenti dettate da un periodo particolare e ancora incerto.
Di fatto, agosto volge al termine come volgono al termine le ferie della maggior parte delle persone. Riguardo alle vacanze, quest’anno gli spunti di riflessione sono stati di natura differente rispetto alla valutazione delle differenze tra paesi. Mi sono potuta concedere una settimana in Lessinia, la parte montuosa del veronese, paradiso che si apre agli occhi di pochi, perché più “dura” e apparentemente meno romantica delle zone dolomitiche. Quest’anno anche questa nicchia ambientale è stata letteralmente invasa dalla massa, con tutte le conseguenze di qualsiasi invasione: rumore, confusione, egocentrismo umano.
Mi è sorta una contraddizione interna: da un lato sostengo fortemente il contatto con la natura per il corretto ripristino dei cicli biologici e continuerò a prescriverlo al pari di una corretta alimentazione, dall’altro adoro e ricerco disperatamente il silenzio dei monti, l’assenza di confusione, i sentieri deserti. Come possono coesistere entrambe le cose? Possono?
Certo! Il problema non è andare o non andare in montagna, il problema è COME si va e con quale spirito.
Ed è lo stesso identico problema di quando si decide di intraprendere un percorso di Benessere: non è tanto importante decidere quando correggere le abitudini alimentari, ma con quale spirito si affrontano i cambiamenti.
Il Rispetto che si DEVE avere per la montagna è lo stesso, identico rispetto che si DEVE avere nei confronti del corpo. La montagna ha i suoi ritmi codificati da un tempo infinito e in grado di auto equilibrarsi, ha le sue nicchie ecologiche perfettamente integrate in grado di auto mantenersi e auto mantenere la Vita; la Montagna ha un suo linguaggio che deve essere compreso e ascoltato.
Se questo non avviene, come per la maggior parte delle persone (per le quali “andare in montagna” è andare a mangiare intasando rifugi e malghe con i gas di scarico delle auto o andare ad importunare gli animali del luogo con le conseguenti corse al Pronto Soccorso), i problemi che ne derivano sono gravi sia per l’ecosistema, sia per le persone stesse (mai come quest’anno gli interventi del Soccorso Alpino potevano essere evitati dal semplice uso dell’intelligenza e del rispetto).
Allo stesso identico modo, il corpo ha i suoi ritmi codificati da un tempo immemore (non certo dalle mode del momento) ed è dotato di una serie di perfetti meccanismi di auto regolazione; la spinta motivazionale dovrebbe essere dettata dal rispetto…. Desiderare un corpo più in forma è solo un motivo secondario.
Così come DEVE essere bandito una volta per tutte il degrado dei sentieri, allo stesso modo deve essere bandito il degrado del corpo causato dall’ingestione ossessiva di cibo, spesso spazzatura mascherato da prodotto sano.
L’approccio alla montagna comincia attraverso il silenzio e l’umiltà, per poter apprendere insegnamenti primordiali e vitali e perché se amata con Rispetto, la montagna amerà mille volte di più.
L’approccio alla Dieta (uso volutamente questo vocabolo nel suo significato reale e profondo) comincia attraverso il silenzio rispetto agli slogan ed alle false convinzioni, per poter tornare all’ascolto puro e semplice del corpo e delle sue leggi.
Le cose importanti non sono MAI espresse ad alta voce….
Dott.ssa Elena Maria Bisi