Uno dei motivi principali, per non dire l’unico, che spingono le persone a rivolgersi ad un nutrizionista è la perdita di peso. Fattore scatenante è un non accettare più l’immagine che lo specchio rimanda di se stessi.
Il primo passo, tutto sommato, non è difficile: si fissa un appuntamento, ci si presenta ed inevitabilmente si lascia nelle mani del professionista il compito di “risolvere il problema”.
A questo punto mi sento in dovere etico di fare delle precisazioni. E’ certamente un’ottima cosa aver compiuto quel primo passo e affidarsi ad un esperto; tuttavia è fondamentale tenere a mente che:
– Spesso chi promette risultati rapidi, facendo una visita altrettanto rapida e rilasciando un foglio di carta senza nemmeno aver sondato a tutto tondo la vita della persona, non può essere considerato serio;
– È sicuramente vero che il compito iniziale più complesso è quello del professionista, perché deve entrare in sintonia con la persona e spiegare, aiutare, accompagnare, MA il percorso comporta impegno e difficoltà anche da parte della persona stessa.
Per aiutare nel cambiamento è molto valido trovare insieme una serie di motivazioni che vadano oltre all’aspetto fisico. È tutto sommato facile “perdere chili”, il difficile è mantenere lo stato di forma e benessere nel tempo, a prescindere dal sesso e dall’età; questo si ottiene se i suddetti chili persi sono in realtà “chili di grasso”, vale a dire se si va ad abbassare la componente di massa grassa senza intaccare la componente di massa magra (che deve rimanere invariata o meglio incrementata).
Una motivazione, dunque, è: perdere peso correttamente per investire in salute … indossare nuovamente dei capi ora stretti, tornare a fare i gesti quotidiani senza affaticamento, eliminare i piccoli fastidi come difficoltà digestive, sonnolenza, disturbi del sonno.
Compito del nutrizionista serio è spiegare tutto questo, prendere per mano ed accompagnare avendo cura dello stile di vita globale della persona.
Seguire una dieta, nel vero senso del termine, è dunque: reimpostare il proprio stile di vita in funzione di un incremento dello stato di salute e benessere a breve e lungo termine, partendo dall’alimentazione.
Quindi, non vuol dire affatto “soffrire la fame”; anche in questo caso, è compito del lavoro del professionista aiutare la persona a capire i segnali del proprio corpo.
E, ultimo ma non in termini di importanza, è doveroso ricordare che l’alimentazione è sicuramente il primo passo, ma deve sempre ed in ogni caso accompagnarsi a: allenamento e riduzione degli stati emotivi stressogeni (gestione della qualità del sonno, piani organizzativi, momenti di rilassamento, etc).
Riassumendo: rivolgersi ad un nutrizionista non deve essere un atto circondato da un alone di tristezza, sofferenza e masochismo, ma un momento positivo di crescita personale, con la consapevolezza che il percorso richiede tempo e che le bacchette magiche NON esistono… mai!
Dott.ssa Elena Maria Bisi
Biologa Nutrizionista
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