Immaginate vi venga fatta la seguente proposta: per tutta la durata della vostra vita vi verrà garantito cibo sufficiente, perfettamente adeguato alle vostre esigenze e perfettamente bilanciato, pronto per essere consumato e negli orari più consoni per l’equilibrio fisiologico; inoltre, vi sarà affiancato un programma di allenamento specifico, tarato sulle vostre caratteristiche fisiche e studiato appositamente per incrementare il lavoro e la resa muscolare. In caso di necessità avrete a disposizione supporto da personale qualificato. Vi sarà dato in concessione tutto quanto possa servire per tenervi aggiornati. Tutto questo a costo zero, in termini economici.
L’unica cosa che vi sarà chiesta è di trascorrere la vostra vita all’interno di un edificio, illuminato da luci artificiali e con contatti interpersonali mediati dai social media.
Accettereste?
Avreste cibo sano gratuito, attività fisica garantita sette giorni su sette, relazioni virtuali costanti.
Accettereste?
Se la risposta è un secco NO o quantomeno una titubanza sospettosa, bene: la vostra coscienza di esseri viventi ancora ha una voce.
La mia domanda ora è la seguente: perché rifiutereste una suddetta proposta MA accettate di vivere ogni istante della vostra quotidianità in un enorme “edificio” sia fisico che mentale?
Certamente le mie parole sono provocatorie ma il mio obiettivo è far capire come, in misura più o meno marcata, il modo di vivere odierno è sempre più simile a quello di un animale da laboratorio: nutrito (anche troppo), seguito e monitorato ma pur sempre ingabbiato. Le sbarre della Gabbia Sociale sono la continua cementificazione, l’ossessione per il consumismo, la cecità di fronte alla natura, l’asservimento ai social, l’ossessione antropocentrica del potere.
Tutto questo non è altro che la causa principale dei mali del nostro secolo.
Provocatorio? Sì.
Irrimediabile? No.
Dott.ssa Elena Maria Bisi