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Così come per l’esercizio fisico, anche per la corretta alimentazione adottare alcune piccole strategie può fare una grande differenza tra il cedere alla prima difficoltà ed il perseverare nonostante le difficoltà.

I luoghi di lavoro possono essere ambienti nei quali la pressione dei colleghi si fa sentire e le tentazioni abbondano, al punto da raggiungere livelli di vero e proprio sabotaggio.

È quasi matematico che appena si rende noto di “essere a dieta” anche la persona più indifferente si presenti con paste e pasticcini; senza mezzi termini, le persone riescono ad arrivare a livelli di puro sadismo quando sanno che qualcuno sta cercando di cambiare! Non è il luogo questo per cercare di capirne le motivazioni psicologiche e sociologiche; il primo punto da fissare è: il problema non è in chi sta intraprendendo il percorso del miglioramento, pertanto è fondamentale NON farsi coinvolgere! Il secondo punto (essenziale per molti aspetti) è: pianificare!

Portare i pasti da casa può essere faticoso all’inizio ma diventa poi un’abitudine che fa risparmiare fisicamente ed economicamente! Non dire mai: “Sono a dieta” perché sia in chi lo dice sia in chi ascolta scatta immediatamente una sensazione negativa. L’approccio più corretto è affermare a se stessi ed agli altri: “Sto modificando il mio stile di vita… Inizio a prendermi cura di me stesso/a”.

Per questo è importante una corretta coscienza alimentare, perché qualunque cosa possa essere detta, si avranno gli strumenti mentali per “riderci sopra” e non farsi coinvolgere.

Sul luogo di lavoro (così come in auto) imparare ad avere “il kit di emergenza” è un valido aiuto per non incappare nei cibi/merendine spazzatura; dei pezzetti di carne secca o dei cubetti di grana/parmigiano e dei pezzetti di mela (disidrata va bene in questo caso perché è per i casi di emergenza!) sono l’ottimale!

 


Dott.ssa Elena Maria Bisi
Biologa Nutrizionista

Categorie: Nutrizione

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