La quasi totalità delle funzioni umane (ad esempio la produzione ormonale, l’andamento della temperatura corporea, della pressione arteriosa, del battito cardiaco, dell’umore) ha un andamento ritmico. Sulla base di queste prime osservazioni è nata la cronobiologia, scienza che studia la variazione nel tempo (ritmica) delle funzioni biologiche.
I “ritmi circadiani” non sono altro che le variazioni giornaliere del nostro corpo (dal latino “circa diem”, ovvero “intorno al giorno”): conoscere queste variazioni può aiutarci ad ottimizzare scientificamente il nostro criterio di allenamento. Questi ritmi sono regolati da una sorta di orologio biologico , localizzato in una struttura del sistema nervoso centrale denominata ipotalamo.
E’ stato osservato che anche stimoli esogeni, cioè esterni all’organismo, possono alterare i ritmi circadiani. Il più importante tra questi è l’alternarsi del giorno e della notte, cioè della luce e del buio, che condiziona tutte le abitudini della società umana. In tal senso basti soffermarsi sul fatto che la maggior parte delle attività dell’uomo moderno si svolgono di giorno quando c’è luce e la temperatura ambiente è più elevata, basta ricordare la desincronizzazione e la successiva risincronizzazione dei ritmi circadiani dopo un cambiamento di fuso orario. L’andamento del ritmo circadiano “dell’umore” di un individuo mostra come lo stato d’animo migliore coincida con le ore pomeridiane e serali. Ciò può avere notevole importanza nello sport in quanto aumenta la predisposizione all’attività fisica di un soggetto incidendo positivamente sulla componente motivazionale.
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